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Gentile collega,
i colleghi del Consiglio Ipasvi di Pisa hanno redatto una proposta di un Codice Deontologico (clicca qui e leggi la proposta di codice deontologico) da portare in discussione come tale, o come possibile fonte di contributi , alla revisione dell'attuale codice che una commissione creata dalla FNC sta elaborando.
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stefano de pandis
#IOSTOCONEMILIANOCARLOTTIIPASVIPISAESONOPRONTO
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Vincenzo D'Auria
Buongiorno, sono Vincenzo, 44 anni, Infermiere da 20, IPASVI Latina. Non posso non applaudire alla proposta avanzata da questo Collegio per la creazione di un nuovo modello di codice deontologico che, a parere mio, sembra quantomeno essere una reale ventata di novità in un ambito in cui il pensiero principe sembra essere la compiacenza e non la determinazione della professionalità e dove esiste il tangibile tentativo di far passare come parte del problema il lavoratore stesso, e pur conoscendo il problema, anche a livelli superiori, non si è mai visto un concreto tentativo quantomeno di limitarne gli effetti. In tutto questo come posso aiutare a promuoverne la diffusione?
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Elisa Bandecchi
Buongiorno,Egregi Colleghi...visionato con molto interesse tutto il documento da Voi portato in Visione ...rigraziabdoVi anticipatamente della divulgazione fatta per una democratica condivisione...a mio giudizio non posso che concordare sulle basi innovative del nuovo documento,a fronte dell'obsoleto codice deontologico, la fotografia fatta ed esaminata da Voi, di noi professionisti in questo nuovo millennio è veritiera e autentica...io come vostra collega mi ritrovo molto su tanti aspetti.E aggiungo solo un ultima cosa...da tutto si evince un documento redatto per l'autonomia,l' evolversi della professione e che così l'organo che ci rappresenta è Vivo..ed cosa più importante non fa sentire solo il professionista,ma gli da la consapevolezza e l'autonomia della sua professione in essere se stesso con tutti gli obblighi i doveri ma anche i suoi diritti. Grazie dell'attenzione Vi porgo i miei più sentiti saluti. Infermiera Elisa Bandecchi
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Pier Luigi cascioli
Finalmente qualcosa si muove!!! E' incredibile che alla FNC vi bollano come "ribelli", ma non è solo la questione dell'art. 49 (da abolire) è tutto il nostro mondo da riformare e da rivedere. Mi rifiuto di fare l'infermiere TUTTOLOGO. Ora, con calma, mi leggerò tutta la proposta di un nuovo codice deontologico. Sono con Voi "Al diavolo i siluri, avanti tutta!!!" Cit. Amm. Ferragult US Civil War
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Marco Pilloni
Salve, anche io sono un infermiere pisano che crede di aver colto nell'azione del collegio della mia città in primo luogo una provocazione e una volontà al dialogo e alla discussione visto che sospetto che nessuno si possa aspettare la stesura di un nuovo codice da un singolo collegio vista l'importanza degli argomenti. Mi auguro perciò che i vertici della professione partecipino e che il nostro collegio sia aperto a critiche e a discussioni per creare la nostra già grande professione ancora più grande. Buon proseguimento di lavori.
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Carmelina Mandracchia
Credo che a prescindere dalla propositività di quanto messo in campo rispetto alla nuova proposta del Codice deontologico, mi viene da fare una riflessione circa il fatto che se ogni collegio provinciale proponesse un proprio codice con queste modalità, avremmo ipoteticamente 103 codici deontologici con la conseguenza relativa di una maggiore frammentazione della categoria più di quanto non lo sia già frammentata. Tutto ciò non è funzionale ad una auspicabile maggiore coesione a livello nazionale; coesione finalizzata ad una maggiore forza per arrivare al c.d. riconoscimento sociale che manca e che ancora si trova all'interno di una cornice operativa in netta contraddizione con l'evoluzione dell'esercizio professionale normativo. Non bisogna dimenticare che il codice deontologico è un elemento giuridico e che non è assolutamente volontario come viene chiaramente espresso nella L. 42/99. Il codice deontologico è ormai entrato nelle valutazioni dei contenziosi e quindi viene citato nella consolidata giurisprudenza.
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Daniele Carbocci
Gentile collega, come ben chiarito nell'introduzione al documento, e ribadito nel convegno del 30 novembre us, quella di Pisa non si propone come un codice alternativo a quello che la FNC deciderà di approvare, ma come UNA PROPOSTA che contiene, a nostro parere, un nuovo modo di intendere la deontologia. Quindi, nessuna fuga in avanti rispetto ad un codice per ogni provincia, ma una documento di discussione da cui, magari, attingere novità
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Daniele Carbocci
Gentile collega, come ben chiarito nell'introduzione al documento, e ribadito nel convegno del 30 novembre us, quella di Pisa non si propone come un codice alternativo a quello che la FNC deciderà di approvare, ma come UNA PROPOSTA che contiene, a nostro parere, un nuovo modo di intendere la deontologia. Quindi, nessuna fuga in avanti rispetto ad un codice per ogni provincia, ma una documento di discussione da cui, magari, attingere novità
ALDO JAVIER DIAZ ARELLANO
Ho letto con molta attenzione tutti i vostri documenti, (87 pagine) ma dentro della vostra proposta del nuovo codice deontologico nel Capitolo II Adeguatezza e Componssibilità punto 2.2. c'è una osservazione che mi puzza (ad Art. 49 dello schifoso vecchio codice 2009), dove dice: …………ma parimenti ha obbligo morale alla ragionevolezza e al buon senso “tanto nei confronti delle complessità organizzative che nei confronti delle complessità finanziarie” – penso che per questo le Cooperative e tante SRL anche le ASL , vi ringrazieranno perché si ricomincia a fare leva sui soliti casi “occasionali” ( es. : una infermiera che deve fare delle medicazioni in una RSA, ma non ci sono soldi, allora la cooperativa acquista “garza non sterile per risparmiare invece di acquistare garza sterile”, l’infermiere deve accettare perché nel rispetto del suo codice deve accettare la complessità finanziera della cooperativa????) , forse sembra una esagerazione pero da 8 anni che lavoro nel ambito delle strutture residenziali ho sentito tante cose diparte delle colleghe che si lamentavano, ma restavano sempre zitte per paura di perdere il loro lavoro, dalla mia parte sempre su queste anomalie sono stato chiaro e diretto tanto che una volta mi hanno detto: “Lei Diaz ha sempre qualcosa da dire” – poi quando arrivava la fine del contratto come era naturale, questo non mi era più rinnovato cosi si interrompeva il rapporto lavorativo – pero nessuno può permettersi da dire da me che non sono competente. inoltre come libero professionista mai ho lavorato per un solo committente, cosi non ho sentito mai la necessita di star zitto e meno abbassare la testa difronte a un deficiente che pensa prima nei soldi e per ultimo ai malati della sua struttura per questo penso che quel pezzo che dice: “tanto nei confronti delle complessità organizzative che nei confronti delle complessità finanziarie” per tutelare il decoro e professionalità dell’infermiere vada tolto. Una cosa che non ho trovato nella vostra proposta e penso che sarebbe necessario da includere in forma esplicita è la necessita dal consenso informato nella “relazione di cura dell’infermiere” Poi considerando allora questo tema della incompatibilità, sicuramente tanti colleghi dovrebbero farsi una ragione, ma come fanno si già sono in conflitto di interessi anche da più da 10 anni, veramente perché ci sono casi anche noti. In altre passaggi direi che mi ho sentito molto identificato col mio operato in questa proposta di codice, saluto la vostra iniziativa, ma vorrei che le mie osservate siano prese in considerazione per evitare ritorsioni proprie del nostro ambiente sociale frequentemente carente dei valori etici anche nei più minimi standard di qualità nella assistenza del contraente e comunità.
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Vito Antonio De Angelis
Sono Vito, iscitto al collegio di Bari, ho letto con molta attenzione la proposta di riscittura del codige deontologico, ritengo appropriata l'analisi della situazione attuale . Condivido l'impostazione della proposta del nuovo nuovo codige
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Lina Casoni
Buongiorno, ho letto con molta attenzione la proposta del nuovo codice deontologico presentato dal Consiglio Nazionale IPASVI, penso di essermi ben documentata rivedendo le precedenti versioni, paragonando e confrontando anche le critiche e modifiche suggerite dall' AAD e la proposta pisana: delle tre soluzioni, la vostra mi pare la più sensata, quella che ipotizza un effettivo cambiamento. Sono anche certissima che la FNC IPASVI non sia pronta ad accogliere la novità e a questo proposito riferisco della scarsa affluenza all'incontro di presentazione del nuovo codice presso il mio collegio di appartenenza. La ridotta affluenza da parte dei colleghi infermieri (eravamo circa 20 persone, su oltre 3000 iscritti) è stata giudicata dai presenti, nella maggior parte figure dirigenziali e/o apicali delle varie Direzioni Professioni Sanitarie di strutture di zona, come scarso interesse alle dinamiche della professione. Parlando invece con i miei colleghi ho il fondato sospetto che la ridotta partecipazione sia da attribuire alla convinzione che, nonostante le vantate ipotesi di cambiamento, l'intento dei vertici sia quello di mantenere lo status quo, se non addirittura fare passi indietro. Accolgo quindi il vostro lavoro con approvazione e mi riservo di continuare a seguire la vicenda per monitorare gli sviluppi futuri. È ora di sentire voci fuori dal coro!!!
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